Quasi due anni di sviluppo, test di laboratorio a Montebelluna e sul campo con oltre 50 collaudatori, le sinergie con il Gruppo Rossignol per le calzature ai piedi di Maite Maiora e Jordi Gamito

Alla base ci sono due concetti apparentemente semplici, che sono i capisaldi della sensazione di benessere che dovrebbe derivare dall’indossare una scarpa. E non potrebbe essere diversamente nel trail running, quando le calzature le si indossano a lungo e su terreni accidentati. «Per progettare i quattro modelli della collezione RaidLight da trail siamo partiti da valori semplici come il comfort e la vestibilità, sembra banale ma non lo è affatto se si pensa che ci sono stati fior di sportivi, dal tennis al calcio, che hanno improvvisamente registrato un netto calo delle loro prestazioni a causa di scarpe scomode o che hanno iniziato a indossare modelli senza marchio perché non riuscivano a dare il massimo con quelle fornite dal proprio partner tecnico» dice Enzo Vardanega, product manager footwear di RaidLight. Comfort che quando si corre significa prima di tutto blister free, a prova di vesciche, aspetto ancora più importante nelle gare su lunga distanza. Ci sono tanti fattori da considerare su questo fronte e inevitabilmente si ritorna al punto di partenza: vestibilità, fasciatura del piede, contenimento laterale e del tallone, comfort. A volte sono i dettagli che fanno la differenza, come M-Lock Band, la fascia elastica che avvolge da lato a lato all’altezza del mesopiede la tomaia della Responsiv Ultra, la scarpa da lunghe distanze, tecnologia che evita la costrizione del piede e aiuta l’equilibrio con la naturale dilatazione che si verifica dopo molte ore di corsa e al temo stesso dà sostegno senza limitare il flusso sanguigno.

© Florian Monot

«I punti critici, in tutti gli sport, in tutti i piedi, sono il tallone e il metatarso: è lì che si sente la fatica, quella stanchezza che si trasforma in fastidio e poi in dolore con il passare dei chilometri» dice Vardanega. E la soluzione in RaidLight ce l’avevano già in casa, ma non avevano ancora pensato di utilizzarla nel trail running. Si chiama Sensor 3 ed è un brevetto utilizzato sugli scarponi da sci Rossignol e Lange, controllati dalla stessa holding di RaidLight. «Questa tecnologia prevede un plantare in PU a densità variabile con tre zone di maggiore assorbimento degli urti che aiutano il supporto del piede, con un aumento di energia e un maggiore comfort durante l’uso, l’intersuola anch’essa con due densità variabili e la suola con tappi studiati per dare all’ultimo strato  di contatto con il terreno la sensorialità al piede per un controllo ottimale del terreno» aggiunge Vardanega. Partiti dall’idea, ci vuole la passione, motore di ogni successo, e soprattutto il know-how per realizzare prodotti che già alla prima collezione hanno conquistato la fiducia di comuni runner e atleti top come Maite Maiora, terza all’UTMB 2019. Ed è il savoir faire che viene dalla capitale mondiale della calzatura sportiva, quel distretto industriale di Montebelluna, in Veneto, dove hanno sede i centri di ricerca e sviluppo dei più importanti brand internazionali. RaidLight ha potuto ereditare la tecnologia e le profonde conoscenze del piede che a Montebelluna vengono già utilizzate con successo per creare tutta la collezione di scarponi da sci dei marchi Rossignol e Lange.

© Florian Monot

Nel primo step del processo di sviluppo il team di progettazione inizia a lavorare sulla forma della futura scarpa ed è in questa fase che decide quale sarà il DNA del prodotto. È in questa fase che vengono stabilite le caratteristiche e la vestibilità del modello. Poi si passa a sviluppare lo stampo per l’intersuola e la suola. Può essere in EVA INJECTED (come sulla Responsiv Ultra) o EVA TERMOFORMED (come sugli altri modelli). Partendo da una pasta di resina, RaidLight ha sviluppato uno stampo con un design unico. Infine, dopo lo sviluppo del sottopiede, un team di esperti si dedica esclusivamente a quello della parte superiore della calzatura. I materiali sono scelti grazie anche ai suggerimenti degli atleti del Team Raidlight. «È qui che entra in gioco l’altro aspetto fondamentale: testiamo tantissimo, sia in un laboratorio hi-tech, che sul campo, con la possibilità di fare modifiche molto veloci per venire incontro alle esigenze degli oltre 50 collaudatori di ogni livello» dice Vardanega. Nei test di laboratorio si osservano principalmente la flessione e i segni di usura dell’intersuola e della suola colpendo e raffreddando le scarpe per vedere la reazione dei materiali, ma anche muovendole e piegandole centinaia di migliaia di volte per valutarne la resistenza e la solidità nel tempo. E così dopo gli ultimi tre mesi di ritocchi e perfezionamenti le scarpe RaidLight arrivano nei negozi, dopo un processo di sviluppo di circa due anni. Un altro fattore importante, fondamentale per la scelta, è il design, per il quale è responsabile Alberto Ghedin. E allora eccole le scarpe da trail RaidLight per l’estate 2020, con gli obiettivi di progetto e la filosofia di design.

© Florian Monot

La RESPONSIV DYNAMIC per la stagione SS20 si ispira alla tempesta di stelle nel suo design originale ed essenziale ma aggiornato con una grafica in 3D multirighe sul tallone e con colori brillanti che assorbono la luce delle aurore boreali. La sua genesi rimane intatta rispetto alla precedente edizione che rende questo modello la scelta più giusta per un tipico appassionato di trail che cerca una scarpa comoda e di facile utilizzo, con una tomaia traspirante e leggera e all’occasione di facile asciugatura, ma con la consapevolezza di una suola altamente performante per medie/lunghe distanze (30-60 km). Il drop è di 6 mm.

La REVOLUTIV è una scarpa ispirata dall’esplosione di una tipologia di stella: la Supernova che dalla sua deflagrazione, che è tra le più energetiche dell’universo, sviluppa una forza tale che la sua luminosità può offuscare brevemente parte della sua galassia di appartenenza, l’onda d’urto che genererà verso l’esterno e l’espulsione del mantello stellare crea uno dei più grandi e belli spettacoli della natura. E su questo concetto è stata generata come icona di competizione. Infatti la polvere di stelle impressa sul tallone è il simbolo dei runner che non si fermano davanti a nulla… neanche al buio, lasciando la loro scia agli inseguitori. Tomaia fasciante grazie alla calzetta interna e al sistema di avvolgimento che creano un tutt’uno con il piede. La suola che è stata disegnata per affrontare i più difficili terrenti, nelle peggiori condizioni. Dedicata a runner che hanno la gara come habitat. Il Drop è di 6mm e assicura il giusto mix tra reattività comfort.

La RESPONSIV ULTRA per la stagione SS20 mantiene i dettagli che hanno fatto da valore aggiunto alla scarpa con cui Maite Maiora si è classificata al terzo posto all’UTMB del 2019, migliorandola nell’avvolgimento grazie a un ulteriore foro sulla mostrina per serrare meglio nella parte bassa della lingua. Questa scarpa è dedicata alle lunghe distanze e ha un drop di 6 mm che conferisce una postura e una calzata comoda e assicura il giusto mix tra comfort e reattività puntando alla leggerezza. La caratteristica grafica ispirata alla polvere di stelle viene mantenuta e viene implementata da una nuova gamma colori di impatto visivo ispirati dai colori riflessi dei cieli stellati.

RESPONSIV XP è una scarpa precisa per correre su brevi distanze. Alla base del concetto di XP c’è l’idea di leggerezza e traspirabilità che viene data da un materiale di tomaia e una struttura articolata che mantiene il supporto creando delle “finestre” per accentuare la traspirazione. Pensata per atleti veloci e trail medio/corti corribili, con focus su iper-leggerezza, alta traspirabilità e reattività, senza tralasciare avvolgimento, controllo e sensibilità nel piede. Il drop è di 4 mm e porta il runner ad essere sempre reattivo e scattante. Il battistrada è totalmente in gomma che protegge e garantisce il grip in ogni suo passo. Per la stagione SS20 si arricchisce di una ulteriore variante colore che si ispira ai colori della natura come il giallo dei fiori e del sole e il cielo azzurro.

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